Dopo che, proprio ieri 28 dicembre 2022, il Senato della Repubblica ha definitivamente approvato la legge finanziaria 2023, occorre, comunque, guardare con impegno e massima disponibilità alla campagna iniziata qualche tempo fa dalla Associazione “The good Lobby” che propone ai cittadini la sottoscrizione di una petizione, diretta al presidente del consiglio, Giorgia Meloni e al ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, per fermare l’evasione e l’elusione.
Ecco il testo della Petizione di The Good Lobby:
<<Per riprenderci dalla grave crisi economica causata dalla pandemia dobbiamo combattere l’evasione fiscale, il riciclaggio di denaro e l’elusione fiscale. Dobbiamo impedire la concorrenza sleale all’interno dell’Unione Europea e le manovre illecite della criminalità organizzata. Firma per un’economia che premia i più onesti e capaci e non i più furbi o addirittura i criminali!
Come possiamo rialzarci dalla gravissima crisi causata dal Covid senza affrontare seriamente il problema dell’evasione e dell’elusione fiscale?
L’Italia è fra i Paesi europei che evade di più e punisce di meno.
I dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze sono allarmanti: nel 2019 l’evasione fiscale ammonta a quasi 99 miliardi.
In più, ogni anno, sono oltre 17 miliardi i profitti realizzati da aziende multinazionali in Italia che vengono trasferiti verso paradisi fiscali all’interno della stessa Unione Europea. Nel solo 2018, 2 milioni di cittadini italiani hanno depositato 190 miliardi in conti correnti esteri.
Siamo sicuri che abbiano tutti pagato le tasse in Italia? L’Agenzia delle Entrate dovrà accertarli uno per uno (ma è sotto organico da anni, almeno così si dice, come per la Giustizia!).
È evidente che cifre di questo tipo parlano di un’evasione sistemica, di grandi evasori e non semplicemente del disagio di chi evade per “tirare a campare”.
Pensate a quanti investimenti si potrebbero fare con questi soldi, considerando che l’intera spesa pubblica per i servizi come sanità, istruzione, difesa, ordine pubblico, affari economici, servizi generali e protezione sociale, vale 335 miliardi.
Tutti servizi che gli evasori non pagano, gravando sulle tasche degli altri. Servizi che ora, come non mai, abbiamo bisogno di fare funzionare al meglio per consentire a tutti, senza distinzioni, una vita dignitosa.
Come se non bastasse, l’evasione è anche un mezzo per reintrodurre nel circuito economico somme ottenute attraverso operazioni di riciclaggio, spesso effettuate dalla criminalità organizzata per “ripulire” proventi da attività illecite.
Alzare nuovamente il tetto all’utilizzo del contante, ora assestato a 2.000 euro, a 5.000 euro, come prospettato dalla Presidente Meloni nel suo intervento programmatico al Senato, sarebbe un regalo all’economia sommersa, a cui le mafie contribuiscono in maniera sostanziale. Uno studio del 2021 della Uif, l’unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia che si occupa di riciclaggio e finanziamento al terrorismo, dimostra l’esistenza di un nesso di causalità fra movimentazione del contante e sommerso. Infatti, secondo la ricerca “Pecunia Olet”, l’economia sommersa è cresciuta anche a seguito dell’innalzamento della soglia di uso del contante da 1.000 a 3.000 euro, in vigore dal 2016 al 2020, con l’obiettivo di sostenere la domanda.
È urgente intervenire per contrastare l’evasione e dare un futuro al nostro Paese, colpito da una delle crisi più gravi della storia ed impedire che il Governo compia scelte avventate.
Unisciti a noi e chiedi a Governo e Parlamento di:
- non alzare nuovamente il tetto del contante a 5.000 euro e lasciare che, come previsto dalla normativa in vigore, scenda invece a 1.000 nel 2023: dobbiamo combattere l’economia sommersa e il riciclaggio di denaro della criminalità organizzata;
- dotare di personale adeguato l’Agenzia delle Entrate: servono più risorse umane e con competenze adatte, specialmente di analisi statistica, in modo da potere individuare i casi a rischio e usare i dati in modo preventivo, anziché per casi individuali e in una logica di mero accertamento, come avvenuto finora;
- prevedere un sistema di controlli efficace, perché la tracciabilità dei pagamenti è, infatti, solo il primo passo. Senza un reale monitoraggio, individuare gli evasori è molto complesso: è necessario assicurarsi che l’Agenzia delle Entrate possa utilizzare i dati fiscali efficacemente;
- abbattere le commissioni bancarie sui pagamenti con carte digitali per disincentivare l’uso del contante e mettere i commercianti – specialmente i piccoli e medi – nelle condizioni di accettare i pagamenti elettronici senza risentirne Limitare l’uso del contante servirebbe, inoltre, per colpire duramente le mafie, come evidenziato dal procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho;
- individuare misure repressive veramente efficaci come, ad esempio, la confisca dei beni, che può fungere da vero deterrente per i potenziali evasori e introdurre sanzioni per chi si rifiuta di usare il Pos;
- formare un fronte compatto con gli altri Stati europei, come Francia e Danimarca, intenzionati a combattere la concorrenza fiscale di Paesi a tassazione aggressiva quali Olanda, Lussemburgo e Irlanda. I paradisi fiscali all’interno dell’Unione Europea vanno aboliti: bisogna impedire pratiche di concorrenza sleale e l’elusione fiscale.
Vogliamo che l’Italia finalmente si impegni per contrastare un fenomeno che sta affossando il nostro Paese e compromettendo le possibilità e le speranze di crescita per tanti giovani che si trovano costretti a emigrare in altri Paesi dove l’economia premia i più onesti e capaci e non i più furbi o addirittura i criminali.
Firma per chiedere a Governo e Parlamento di impegnarsi a contrastare evasione e riciclaggio con misure davvero efficaci!
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