Le conclusioni di una indagine condotta tra marzo e inizio maggio 2020 da AstraRicerche
Per avere un Paese più competitivo occorre una ‘svolta meritocratica’ a livello di governo, nazionale e locale.
Sono le conclusioni di un’indagine condotta tra marzo e inizio maggio 2020 da AstraRicerche, per conto di Cida, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, nell’ambito del progetto avviato con il Forum della meritocrazia sul tema del merito nei rapporti di lavoro. L’evento, organizzato in partnership con Assolombarda e con il patrocinio di Regione Lombardia, sarà accessibile in diretta sui siti internet di Cida, Forum della Meritocrazia e sulla rivista ‘Dirigenti Industria’.
L’indagine che ha coinvolto oltre 1.600 manager si caratterizza in particolare per aver messo in risalto la parte variabile della retribuzione legata ai risultati, in chiave meritocratica. Per quasi il 94% dei manager, quadri e dirigenti interpellati, la svolta meritocratica dovrebbe essere una priorità dei governi nazionale e locali perché il Paese avrebbe un miglior sviluppo economico e sociale Inoltre, una organizzazione meritocratica, pubblica o privata, attrae e conserva al suo interno i talenti e ha possibilità di vincere le sfide di business più di quelle che sfruttano il networking non meritocratico.
La meritocrazia fa fatica però ad affermarsi, anche se risulta essere una carta vincente, perché spaventa gran parte della popolazione che si sentirebbe svantaggiata in un contesto sfidante (59,9%). Secondo il sondaggio inoltre la meritocrazia rischia di favorire chi parte da posizioni di vantaggio perché è più facile diventare eccellenti in un contesto fertile.
Per quanto riguarda l’mbo, il suo valore è considerato adeguato agli obiettivi da raggiungere per il 65,5% degli intervistati e ritenuto un effettivo incentivo per l’impegno professionale per il 65,6%.
Non mancano, poi, le proposte dei manager per rendere più efficace il riconoscimento del merito: valutare in maniera più oggettiva tramite kpi (key performance indicator); garantire trasparenza nei criteri di valutazione; estendere il più possibile il riconoscimento del merito anche ai livelli più bassi; coltivare una cultura manageriale orientata al riconoscimento del merito.
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