Riprendiamo l’intervento Mario Mantovani, Presidente di CIDA, la Confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, pubblicato lo scorso 27 marzo su Libero
I recenti provvedimenti predisposti dal governo per tutelare i lavoratori dei settori colpiti, in vario modo, dalla crisi del coronavirus, devono necessariamente comprendere anche quadri e dirigenti, coinvolti anch’essi da riduzioni di personale o da procedure di licenziamento.
“Per questo -dice Mario Mantovani – abbiamo predisposto alcuni emendamenti al Decreto Legge Cura Italia. Certamente a difesa dei diritti e degli interessi delle categorie professionali che rappresentiamo, ma con la convinzione che i manager, ai vari livelli di responsabilità, nel pubblico e nel privato, sono attori decisivi per dare risposte alla crisi e rilanciare il sistema Italia”.
“I manager italiani privati e pubblici – sostiene – soffriranno come tutti le conseguenze della crisi, ma rappresentano una risorsa fondamentale per il rilancio dell’economia e delle imprese. Essi non si identificano con poche figure di vertice, sovraesposte all’attenzione dei media, ma con figure diffuse e radicate nel mondo del lavoro, una minoranza vitale e attiva, aperta al rinnovamento e al ricambio”.
“Purtroppo – fa notare – le ripercussioni che si avranno nei prossimi mesi potrebbero essere più pesanti di quelle che si erano avute con la crisi economica del 2008 e con effetti più profondi e persistenti. Lo shock su domanda e offerta, lo stop repentino a moltissime attività generano stati di crisi diffusa soprattutto per le attività turistiche, commerciali, artigiane, culturali e di intrattenimento e sulle micro, piccole e medie imprese che consentono il sostentamento di molte famiglie”.
Per Mantovani, “la recessione che seguirà a questo periodo avrà conseguenze sui redditi, ma rischia d’indebolire anche l’intero sistema di servizi, di assistenza sanitaria, di formazione professionale, di tutele e garanzie previdenziali dello Stato. L’Italia pertanto, deve avere la forza di investire sui rapporti di lavoro, rafforzando la tutela dei diritti e della dignità di tutti i lavoratori che concorrono ad alimentare il benessere collettivo”.
“E’ il momento di chiedersi – prosegue il presidente di Cida – quale Sistema-Paese vogliamo avere tra cinque anni, guardando oltre l’emergenza immediata, le sue conseguenze economiche e il debito pubblico ulteriormente ingigantito. Le diverse componenti del sistema Italia sono quindi ora più che mai chiamate a operare in sintonia sulla base di precise priorità”.
“Le figure dei manager -ribadisce – ai vari livelli di responsabilità, nel pubblico e nel privato, sono attori decisivi per dare risposte alla crisi e rilanciare il sistema Italia. L’esperienza e la professionalità maturate negli anni possono aiutare tutte le componenti del paese ad alzare lo sguardo verso il futuro e a definire gli obiettivi essenziali verso i quali attivare le energie e le risorse disponibili”.
“I dirigenti – sottolinea – hanno bisogno di questa prospettiva, anche per garantire e favorire oggi il corretto funzionamento delle organizzazioni. E occorre ascoltare di più la loro voce quando sollevano problemi che non sono solo di una categoria professionale ma riguardano la natura stessa delle imprese e delle istituzioni, asset della società e del territorio, bene comune e capitale sociale”.